QUANDO I SOGNI DIVENTANO ETICA DEL FARE

di Tiziana Grassi

4 luglio 2016 – Sono passati vent’anni! – realizzo mentre la macchina corre veloce sull’autostrada, in direzione di Vacone. Vent’anni!… e intanto, in questa fresca prima mattina di mezza estate, lasciamo la Roma-Firenze, per Poggio Mirteto e poi la Ternana.

Arriviamo finalmente in questo piccolo borgo antico di 267 abitanti, incastonato su un costone dei monti Sabini, in provincia di Rieti, nel cuore della Sabina degli eremi, dei castelli pittoreschi, dei boschi sacri e dei morbidi pendii. Attraversiamo le sagome arrotondate del paesaggio collinare circostante tra vigneti e uliveti che rivestono i poggi e i colori dei campi coltivati con cura mentre ancora risuonano, come fosse ieri, le parole di Gabriella Ricci: “Il mio sogno, un giorno, sarà realizzare a Vacone, dove sono le nostre radici, una Casa Famiglia per ragazzi disabili, per le nostre gemelle e per altri ragazzi. Sogno per loro una casa nel verde, arieggiata, spaziosa, da cui si veda il bosco, ‘Il Pago’, dove potranno andare a fare lunghe passeggiate, dove saranno sereni, anche dopo di noi…In paese c’è una vecchia scuola di tre piani abbandonata, un giorno mi piacerebbe farla restaurare… Lì i ragazzi si sentirebbero liberi, accolti e amati dalla gente del paese. In città è diverso, non ci sono questi spazi, ma a Vacone, la Casa Famiglia come la sogno io… si potrebbe realizzare”.

La nostra auto si inerpica lassù, verso Vacone e ‘Il Pago’, dove tra poco si celebrerà la messa davanti alla piccola cappella per i 13 anni di vita della Casa Famiglia “Armonia e Salute” e, a seguire, si farà festa con i ragazzi disabili, le loro famiglie e tanti amici venuti da ogni parte d’Italia. Sento una profonda emozione: questa giornata speciale, che trascorreremo con Rodolfo e Gabriella Ricci, presidente e motore propulsivo della Fondazione Casa Famiglia “Armonia e Salute”, è una ulteriore conferma che sì, siamo fatti della stessa sostanza dei sogni, come ci ricorda Shakespeare. Quella vecchia scuola abbandonata ora è tornata a vivere, i suoi 3 piani sono stati ristrutturati splendidamente, un piccolo orto la circonda e nell’aria c’è profumo di lavanda; quella vecchia scuola ora è luminosa, le sue finestre affacciano su un orizzonte naturale che sembra un quadro, ogni suo spazio è organizzato al meglio per accogliere sei ragazzi autistici, i laboratori creativi e poi i tessuti, i colori, i telai, i pennelli, la cera d’api, i profumi, le voci, i suoni, la musica… in una parola, l’armonia.

Insieme a noi, tra i primi ad arrivare al Pago, si snoda una lunga teoria di auto mentre operatori e volontari della Casa Famiglia stanno terminando di sistemare sotto i lecci secolari le sedie per la messa e i tavoli con le coloratissime tovaglie dipinte dai ragazzi e i tanti doni arrivati per la lotteria. Eccolo, il lungo e festoso corteo di amici che stanno salendo al ‘bosco sacro’ per festeggiare un sogno diventato da molti anni realtà. All’inizio del sentiero, verso il bosco, ci accoglie la Polizia locale intanto che il personale della Proloco di Vacone si mobilita in un entusiastico via vai per organizzare l’evento, e già questo iniziale benvenuto esprime tutto il senso del partecipe e responsabile coinvolgimento collettivo. L’Accoglienza, è questa la cifra etica fondativa della Casa Famiglia. E condividere questa dimensione, sia pure per il tempo di una sola giornata, speciale, di certo amplia lo ‘sguardo’, sicuramente più di quanto non sia in grado di fare tanta austera letteratura di genere o il mood sociale di qualche pellicola cinematografica

Quando i sogni diventano etica del fare, e Bellezza.

San Francesco “nel bello delle creature vedeva il Bellissimo” e il libro “Bellezza: una nuova spiritualità della gioia di vivere” di Anselm Grun, il monaco benedettino grande spiritualista, ce lo ricorda insieme a F. Dostoevskij che ci ha lasciato l’eredità di una profezia: “la Bellezza salverà il mondo”. Ma quale Bellezza potrà mai salvarci in un tempo assediato dall’atomizzazione dei legami umani e sociali, prigioniero di un Io insaziabile, cinico e distratto, anestetizzato alla solidarietà? Ci potrebbe salvare molto semplicemente la Bellezza dei sogni quando divengono realtà fattuale a dispetto dello scenario contemporaneo; la Bellezza del tempo lungo e della gioia paziente silenziosa e lieve di chi progetta, si impegna e realizza; quella lucida, serena profondità tanto capiente da riuscire a comprendere anche i momenti di sofferenza. Quella gioia pacata e matura del rigore di chi in prima persona – come Rodolfo e Gabriella Ricci sembrano indicarci con gentile discrezione – è espressione e testimone dell’Italia migliore, quella più saldamente ancorata all’etica del fare che ama e accoglie olisticamente la complessità dell’Altro e i suoi bisogni, divenendo modello dell’agire. Una Bellezza che estensivamente – anche per il suo intrinseco carattere simbolico e archetipico legato a miti, racconti e favole – troviamo in questo bosco, “Il Pago”, l’antico Pagus di leggendaria origine. Ed è proprio qui, nel ‘bosco sacro’ dedicato alla dea Vacuna – venerata prima dai Sabini poi dai Romani come patrona dell’accogliente riposo dopo i lavori della campagna – che la Casa Famiglia “Armonia e Salute”, come ogni anno festeggia la realtà fattuale dei sogni con i sei ragazzi autistici che ospita, e che in una singola frase centrano le infinite vibrazioni legate al senso dell’esistere, tra Sé e relazioni: “Essere autistici non significa non essere umani, ma essere diversi. Quello che è normale per altre persone non è normale per me e quello che io ritengo normale non lo è per altri. In un certo senso sono mal “equipaggiato” per sopravvivere in questo mondo, come un extraterrestre che si è perso senza un manuale per sapere come orientarsi. Ma la mia personalità è rimasta intatta. La mia individualità non è danneggiata. Ritrovo un grande valore e significato nella vita e non ho desiderio di essere guarito da me stesso. Concedetemi la dignità di ritrovare me stesso nei modi che desidero; riconoscete che siamo diversi l’uno dall’altro, che il mio modo di essere non è soltanto una versione guasta del vostro. Interrogatevi sulle vostre convinzioni, definite le vostre posizioni. Lavorate con me per costruire ponti tra noi”.

Luoghi del cuore

Il bosco del Pago, che non a caso il FAI annovera tra “i luoghi del cuore”, è l’humus, il filo rosso che attraversa la storia della Casa Famiglia “Armonia e Salute” che ha sede nella piccola e ridente Vacone. La mappa delle emozioni di questa giornata che ha in sé il crisma del suo essere speciale, si apre all’insegna della messa celebrata a mezzogiorno da don Antonio Baracchini, per molti anni parroco di Vacone. Don Antonio è uno di casa, qui. Lo si avverte dalle parole della sua vibrante omelia, che fa riferimento ai valori dell’Humanitas, della compartecipazione e della solidarietà. Si sente che, pur vivendo da tempo altrove, don Antonio è stato ed è ancora parte integrante della comunità  per affinità elettive. Le sue parole di affetto verso la famiglia Ricci che ha dato vita a questa realtà straordinaria, verso i ragazzi della Casa Famiglia, le loro famiglie, verso tutto il personale – che in questa giornata di festa, va sottolineato, ha espresso il desiderio di lavorare in forma volontaria – palpitano nel canto insistente delle cicale che fanno da naturale cornice sonora alla festa. A margine della messa, prima di dare avvio al pranzo per gli oltre 200 amici convenuti, è Rodolfo Ricci, presidente della Fondazione “Armonia e Salute”, a condividere con gli astanti il suo messaggio particolarmente commosso, “per la gioia e il dolore”. “Gioia per un anniversario che dà la misura di un percorso sì impegnativo ma anche molto importante per i ragazzi della Casa Famiglia. Dolore per la recente perdita di un amico fraterno, Domenico Canali, per tutti Memmo, il cui generoso, instancabile e quotidiano impegno per la Casa Famiglia, la sua vicinanza e operativa partecipazione, lasciano un segno forte, assoluto e indelebile”. Memmo, la cui luce riverbera in quelle parole, insieme ai raggi del sole che, discreti, fanno capolino tra i rami.

“… dopo di noi…”. La Fondazione “Armonia e Salute” Onlus

“La Fondazione ‘Armonia e Salute’ Onlus – spiega, mentre ci accompagna ai tavoli, Sabrina Ricci, figlia di Rodolfo e Gabriella – ha iniziato le sue attività il primo settembre del 2004 per ospitare persone affette da autismo. L’impostazione è quella di una casa di accoglienza familiare, Casa Famiglia appunto, con la possibilità di accogliere e accudire al massimo sei persone. Gli ospiti sono persone che hanno la necessità di essere seguite nel loro percorso formativo e di crescita umana. La Fondazione è costituita da soci fondatori, genitori dei ragazzi, educatori e terapeuti. Il Consiglio di Amministrazione invece, composto dai soci, gestisce l’aspetto amministrativo-economico; il Collegio degli educatori, terapeuti e medici agisce nella sfera educativa e culturale e collabora con il Consiglio di Amministrazione alla realizzazione dei progetti. Il patrimonio della Fondazione è costituito dal contributo dei soci e dalle donazioni. Il contributo dei genitori per ogni singolo ragazzo è minimo. I bollettini dell’associazione? Sono un breve riassunto delle attività svolte durante l’anno dalla Fondazione. L’obiettivo è quello di condividere con i nostri sostenitori l’andamento delle attività della Casa Famiglia e dei suoi ospiti.

La Casa Famiglia offre esperienze educative, creative e artigianali per accompagnare i ragazzi nel quotidiano, proponendo attività come la lavorazione della cera (realizzano delle bellissime candele naturali al miele con cera d’api che poi sistemano in coloratissime confezioni di stoffa patchwork), la lavorazione del tessuto con il laboratorio di telaio (sciarpe, cuscini, tappeti e bambole), il laboratorio di pittura e acquerello, la scelta delle rose o la raccolta della lavanda con cui creano molti oggetti decorativi e di arredo, la lavorazione dell’orto e della terra per permettere agli ospiti di seguire il ciclo della natura e delle stagioni, le attività motorie come palestra, musica e danza (in un ampio locale che i miei genitori hanno ristrutturato e adeguatamente attrezzato  e che si trova proprio vicino alla Casa Famiglia), piscina (non lontano da Vacone, dove gli operatori portano i ragazzi con il pullmino), e naturalmente passeggiate nel bosco, che è molto vicino al paese”.

“Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare”, Madre Teresa di Calcutta

E’ una giornata diversa, speciale. Una giornata feconda che sprigiona energia vitale, gioia collettiva, liberatoria.

Anche per il convivio organizzato con particolare cura all’ombra di lecci e querce. Accanto ai manufatti artistici realizzati dai ragazzi, fanno bella mostra di sé i tanti doni portati dagli amici-sostenitori per la lotteria che si terrà dopo il pranzo organizzata – oltre che per l’aspetto ludico – soprattutto a sostegno simbolico della Casa Famiglia. Ci vorrebbe troppo tempo per dettagliare l’elenco di chi ha voluto sostenere la Fondazione anche quest’anno e di chi da quest’anno è presente per la prima volta, ma è semplice comprendere la valenza della generosità di quanti non possono essere definiti ‘sponsor’ (ché sarebbe davvero riduttivo) ma Amici di sicuro sì. Gli Amici arrivati dal Veneto, a rappresentanza del generoso e caleidoscopico “mondo del vino italiano” – così ricco di tante molteplici eccellenze universalmente apprezzate e ricercate – da sempre straordinariamente partecipe sostenitore della Casa Famiglia e parte fondativa della famiglia Ricci. Gli Amici del casertano, che già all’alba di questa domenica si sono messi di buona lena a produrre in abbondanza mozzarelle di bufala per questa festa speciale: ed è lo slancio delle Aziende afferenti al Consorzio Tutela Mozzarella di Bufala Campana DOP, altra eccellenza italiana nella filiera dell’agroalimentare nonché unico organismo riconosciuto dal Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari per la tutela e la valorizzazione di questo straordinario formaggio del Centro-Sud Italia, anch’esso apprezzato ovunque nel mondo. Tra i Caseifici che hanno voluto partecipare alla festa per il 13° anniversario della Casa Famiglia, piace ricordare Antico Casale,  Agnena, La Baronia, Giusti, Tenuta Pontone, Chirico e Tre C. E gli Amici del Frantoio Guglietta, che nella zona di Fondi producono prodotti oleari nel rispetto di una tradizione familiare tramandata di padre in figlio.

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